Il nostro progetto 18:45 Stop & Click nasce dalla convinzione che le persone che condividono interessi comuni siano in qualche modo unite dal filo rosso delle loro sensazioni, anche se si trovano distanti tra loro.
Per dare corpo a questa idea abbiamo deciso di fotografare, ognuno di noi indipendentemente, ma tutti alla stessa ora, il luogo in cui ci trovavamo o l'azione che stavamo compiendo. Riteniamo che le 18:45 rappresentino una sorta di punto di svolta nell'arco della giornata, un momento interessante per fotografare situazioni diverse. Avere a disposizione un solo minuto per fotografare ci ha fatto rendere conto di quante cose possano accadere in un tempo così breve, suscitando discussioni e approfondimenti sulla natura del tempo stesso. Catturare ("appropriarsi", direbbe Susan Sontag) il "qui e ora", anche banale, delle 18:45 propone riflessioni sulla caducità delle cose e sul significato, del tutto relativo, che ognuno di noi dà al "passato e al "presente". Sapere che, mentre uno di noi sta fotografando una piazza, altre persone che condividono lo stesso interesse stanno fotografando, in perfetto sincronismo*, altri soggetti del tutto diversi tra loro ha creato una sensazione nuova di forte comunione.* Sincronismo s. m. [dal gr. συγχρονισμός "fatto, avvenimento contemporaneo"] Contemporaneità di svolgimento di azioni e fatti diversi. (Treccani)
18:45 IN UN INTERNO...
Il passato convive con il presente che scorre e quanto è immobile perdura accanto a ciò che fluisce
Sigmund Freud
CARTOLINE DALL’INDIA 18 e 45. Non è una bella ora per le foto se sei in viaggio a migliaia di chilometri da casa se sei fra i 3000 e i 5000 metri e l’altitudine, a cui non sei abituato, ti taglia il fiato se ogni giorno arrivi “frullato” dai lunghi trasferimenti su strade dissestate se la guida ti porta in albergo e ti dice: “Un’oretta di relax in camera. Ci vediamo a cena.” No, non è una bella ora! Ma c’è il progetto e tu hai deciso che è qui che deve prendere forma alle 18 e 45 del Kashmir, del Ladakh, di Delhi. Il tuo progetto… mica può essere una serie di foto di camere d’albergo! No, non esiste proprio! E allora doccia rapida e via fuori dall’albergo all’affannosa ricerca di ispirazione non hai molto tempo ti guardi intorno e scatti… la cartolina quotidiana.
PROGETTO TIFF 18.45 Tentativo di esaurimento del mio mondo alle 18.45 (Omaggio a Georges Perec) 18.45 – Tentativo di scrivere qualcosa su questo progetto in un minuto esatto. È una riflessione sul tempo: sui lunghi minuti prima di uno scatto e la brevità del minuto durante gli scatti. È il tempo infinito che... (1 minuto). Ciò che segue va oltre il minuto e questo dimostra quanto sia breve un minuto quando si scrive mentre si ragiona. È il tempo infinito che ci vuole a mettere insieme le foto giuste, rappresentative di un lavoro che è durato un minuto per 204 giorni: 204 foto realizzate e almeno altre 104 da realizzare. È il tempo di uno scatto condiviso con gli amici del TIFF, legati come non mai da un progetto comune. È un tempo di qualità e profondamente diverso, dove anche i momenti ripetitivi nascondono in sé l’unicità dell’attimo. È un tempo preso al confine tra lavoro e tempo libero, tra faccende domestiche e aperitivi rapidi e ritorni. È il tempo che mi illudo di trattare per raccontare un pezzetto della mia vita.
Psichiatra: Questo è il nostro ultimo incontro, non ha più bisogno di supporto né di un orecchio attento a cui confidare le sue incertezze... Paziente: Sì, è stato un lungo ma piacevole percorso, i suoi consigli e le medicine hanno fatto miracoli, sparita la depressione. Psichiatra: Sì, Vinum album aut rubrum da prendere alle 18:45 di ogni sera è una delle terapie che ha ottenuto maggiori successi. Paziente: E in più facilita la socializzazione... Psichiatra: E non dimentichi, per favore, Dulcia saccharosa in confezione da 30 gr da prendere ogni mattina con il caffè. Paziente: Non lo dimenticherò, dottore, addio...